GIAMBATTISTA TIEPOLO A PIOVE DI SACCO
Incrociando le note bibliografiche con le carte d’archivio, si viene a conoscenza dell’esistenza di quattro pale d’altare realizzate da Giambattista Tiepolo per la città di Piove di Sacco (PD).
La cosiddetta Madonna del Carmelo, conservata nel Duomo di San Martino, è l’unica ancora in situ. Per questo dipinto si propone qui di identificare il committente nella figura del fabbriciere Steffano Scola, al quale spetta la complessa scelta iconografica. Egli volle commemorare con una santa Caterina d’Alessandria l’amata seconda moglie Cattarina Cittadini, defunta nel 1730, con un credito insoluto per via di una mansioneria legata alla famiglia del primo marito Pietr’Antonio Gallo. Due opere tiepolesche ornavano gli altari laterali della chiesa di San Nicolò, di cui è rintracciabile solo il Francesco di Paola oggi al Museo Paradiso di Piove di Sacco. Un nuovo documento d’archivio getta ulteriore luce sulla committenza da parte di Francesco Rubelli, che patrocinò il rinnovamento rococò di San Nicolò, trasformandola quasi in cappella di devozione privata. La quarta pala d’altare era collocata nella non più esistente chiesa di San Vido. Creduta perduta, si propone qui la sua identificazione nella pala con la Madonna del Rosario con san Giacinto d’Ordrovaz e san Domenico dell’Art Institute di Chicago.
INTELLIGENCE FAILURES THE TURKISH CASE
di Francesco Sidoti
This volume is a challenge to sum up a simple intellectual adventure that began as a typical academic affair, stemming from a European Union project, intended to build up a little educational bridge between Europe and Turkey. The initial project was transformed into a new research study that lasted ten years. I have selected some of the things I discovered and learned. First of all, I had to deal with the necessity to understand some of the worst geo- political failures of our time. In 2008, the European project was focused on the Europeanization of Turkey, seen as the greatest example of spontaneous Westernization in culture and civilization. Nowadays Turkey seems to some observers the greatest example of spontaneous de-Westernization, an immense failure, aggravated and surrounded by many other Middle Eastern failures, where millions of people have been killed and trillions of dollars have been lost, robbed to medicine, education, infrastructures, and civilization. Finally, there have been rumors regarding Western subversive attempts against the Turkish political leadership. An unsuccessful attempt is an obvious failure. Not to attempt, but to leave the heavy suspicion that Western governments were responsible for wretched interventions, is an even greater failure. I have listed the first major failures, but there are many more.
Guida Erotica ai Musei Veneziani
di Claudio dell'Orso
Peggio delle foglie di vigna sul pube, sono i buchi lasciati dai falli strappati alle sculture antiche. Eppure, i superstiti “santissimi” testimoniano ancora vigore e importanza del mutilato monumentato. Finirono pure occultate da ramoscelli le curve delle statuarie (è il caso di dirlo) Veneri e di altre deità dell’Olimpo, ma fu inutile. Esibiscono ancora oggi una carica provocante in più.
Ammiccanti, semmai, appaiono gli accoppiamenti al volo, le mitologiche bestialità, i festini orgiastici eternati nei marmi. Sfrenati risaltano immagini e quadri che trasmettono messaggi sessuali o esaltano ambigui accadimenti. Protagonisti satiri, ninfe squinzie, giocherelloni amorini.
Dal profano al sacro, s’incrociano dipinti di grassocce Vergini col Bambin Gesù, ambigui Santi contornati da angioletti, per un dialogo poco mistico dagli imprevedibili sottintesi. Insospettate opere erotiche proliferano nei musei (e in qualche chiesa) di Venezia. Mai oggetto d’indagine e analisi.
Così, questo vademecum intende proporsi da filo conduttore per scoprirle, offrendo percorsi originali sempre documentati e accompagnandoli con testi e poemi classici sul tema.
Malandrini oggetti del desiderio, trasgressioni per colti guardoni, godurie adatte a curiosi che rifiutano il déjà vu.
Occhio. Inaspettati turbamenti stanno per arrivare!
DALL’ARGENTO AL PIXEL. STORIA DELLA TECNICA DEL CINEMA
di Carlo Montanaro
È finita un'era. Dopo centoventicinque anni, nelle sale cinematografiche è avvenuto il cambiamento. Non si distinguono più, per trasparenza sulla pellicola, le migliaia di figurine formate dall'argento e dai pigmenti colorati, tutto è diventato digitale, compresso, virtuale e costruito nell'alternanza velocissima di milioni (si spera, per ragioni di qualità) di punti, ovvero di pixel all'interno di una ordinatissima e minutissima griglia. Ma quello della proiezione è solo l'ultimo anello di una catena che sta trasformando il linguaggio più diretto tra quelli inventati nei secoli dall'uomo. Gli altri anelli – ripresa, montaggio, effetti speciali, rielaborazione e riproduzione del suono – hanno ormai subito radicali trasformazioni che spesso hanno significato progresso. Forse, allora, vale proprio le pena, accettata definitivamente questa trasformazione-rivoluzione, capire da dove si è partiti, come è nato il linguaggio cinematografico e come la sua grammatica prima e la sua sintassi poi, si sono evolute anche grazie allo sviluppo tecnologico.
Altre informazioni →ROTHKO IN LAMPEDUSA
di Luca Berta e Claudia Giubilei
UNHCR, the UN Refugee Agency, presents Rothko in Lampedusa. The project displays the work of eight established artists with personal refugee experience or who have made forced displacement a central theme in their artistic research and five emerging artists who are currently refugees. The exhibition seeks to shed new light on the condition and talent of people forced to flee.
Curated by Luca Berta and Francesca Giubilei and sponsored by UniCredit Group, the exhibition points to the ideal connection between one of the most celebrated artists of the 20th century and the refugees who arrive on Europe’s southern shores in search of safety and protection today. And it shows how, under the right conditions, their talent can not only flourish, but also be of immense benefit to the communities that take them in.
Mark Rothko has been chosen as the paradigm of an existential condition faced by numerous 20th century artists escaping racial, religious and political persecution, and which is, sadly, still current today. Having fled with his family from present-day Latvia to the United States of America, Rothko was able to express his talent and make his representation of the world and of his tormented existence available to the whole of humanity, enabling us to lose ourselves in his expanses of colour. What would 20th century culture have been without Rothko? And what if, among the mediatically indistinct mass of refugees now arriving in Europe, there is the Rothko of the 21st century?
PUBBLICITÀ: MODA E GUERRA
Se si potesse dire che la guerra c’è sempre stata, allora si potrebbe dire che anche la pubblicità (intesa come miscela di comunicazione e promozione, per convincere e attrarre), c’è sempre stata, dalle piramidi al Partenone. Le più colorite informazioni commerciali hanno una lunga storia: le troviamo in evidenza perfino nei postriboli di Pompei.
Più recente è l’idea che la pubblicità sia una forma di guerra, rivolta a conquistare la mente del consumatore. Il marketing prende in prestito la ter- minologia bellica, dal target alla mission, con in primo piano ovviamente le campagne pubblicitarie, intese come veri e propri piani di assalto e di assoggettamento.
Apparentemente, invece, moda e guerra rinviano a due linguaggi contrapposti. Pur avendo in comune la rilevanza della propaganda, l’una vende la vita, l’altra la morte.
Siamo il campo di battaglia di molteplici guerre culturali, capitanate dai marchi, dalle multinazionali, dai mercati. Prima che i nostri soldi, spesso una pubblicità senza scrupoli vuole la nostra anima, i nostri desideri e la nostra visione del mondo. Vista la sproporzione delle forze in gioco, non sarà una battaglia perduta in partenza, se ci sarà una maggiore consapevolezza della posta in gioco – con l’aiuto di questo agile, preciso, coinvolgente volume
Francesco Sidoti
Professore Emerito dell’Università dell’Aquila
I FONDI ANTICHI A STAMPA DI INTERESSE IBERISTICO IN QUATTRO BIBLIOTECHE DELLA PROVINCIA DI UDINE
Nonostante l’apparente lontananza geografica e storico-culturale della provincia di Udine dal mondo iberico, il fondo antico a stampa (1480-1830) di interesse iberistico presente in quattro biblioteche della provincia di Udine (Biblioteca Civica Guarneriana di San Daniele, Biblioteche Storiche Diocesane di Udine, Bioblioteca dell’Arte dei Civici Musei di Udine e Biblioteca dell’Archivio di Stato di Udine) si rivela ricco ed eterogeneo. Il risultato della ricerca finanziata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia, con un assegno di ricerca a valere sulle risorse della L.R. 34/2015 art. 5 c. 29-34, è il presente catalogo, che assolve una funzione didattica, come strumento di consultazione per la comunità universitaria e, allo stesso tempo, sostiene la valorizzazione di un patrimonio storico-letterario prezioso e sconosciuto ai più.
IL VALORE DEL PATRIMONIO CULTURALE PER LA SOCIETÀ E LE COMUNITÀ
Il volume presenta i contenuti e commenta la portata innovatrice della Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa sul Valore del Patrimonio Culturale per la Società, nonché le strategie elaborate per la sua implementazione, tracciando un bilancio del contesto italiano. Esperienze degli attori impegnati sul campo e ricerche accademiche mettono inoltre in luce il variegato panorama in cui le ‘comunità patrimoniali’, come definite dallo stesso testo giuridico, si trovano a sviluppare la propria azione di rigenerazione e trasmissione di un patrimonio spesso messo a rischio dalle politiche economiche, sociali e demografiche in seno all’Europa.
Il testo scaturisce dalla volontà di raccogliere i contributi presentati nel corso del Convegno ‘Convenzione di Faro e le Comunità Patrimoniali’, tenutosi a Venezia il 9 aprile 2018 nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione organizzate dall’Ufficio italiano del Consiglio d’Europa per l’auspicata e molto attesa ratifica da parte del nostro Paese. L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, locali e internazionali, del mondo accademico e di associazioni della società civile impegnati nell’opera di tutela e valorizzazione del ricco patrimonio culturale europeo, nelle sue accezioni tanto materiali quanto intangibili.
Con questa collezione di interventi si sono altresì date alle stampe, per la prima volta in Italia, le testimonianze dirette di associazioni e comunità che da anni mettono in pratica i principi della Convenzione di Faro, con l’intento di favorire un confronto con analoghe esperienze europee.
ESTREMI D’ODIO, D’AMORE E D’AMICIZIA
Amori e amici, se sono per davvero, sono per sempre. Anche se appartengono a un lontano passato.
Tre donne e tre amori eccezionali ci restano dal 1616: la Giulietta di Shakespeare, la Dulcinea di Cervantes, la Dù Lìniáng di Tang Xianzu, autore di 牡丹亭, versione confuciana di Romeo and Juliet.
L’odio è oggi molto praticato. Amore e amicizia non hanno buona stampa. Eppure, hanno la stessa radice. La più illuminante (e più trascurata) documentazione in proposito è il De Amicitia di Matteo Ricci: primo libro scritto in Cina da un occidentale (per spiegare con una sola parola l’Occidente agli asiatici!). C’è ancora molto da scoprire, sull’amicizia e sull’amore.
THE MAN WHO BUILT THE MOLINO STUCKY
Three generations of millers of Swiss origin.
Hans, the grandfather was involved in the 1848 revolution, his son Giovanni built the Giudecca mill, became the richest man in town at the end of the XIXth century and was killed by a madman in May 1910. Giancarlo, the grandson was ruined during the economic and financial crisis of the Thirties, due to the economic policy of Fascism and the hostility of some personalities of the regime.
The history of a dynasty and a hundred years of Venetian life.
The historic building has now become a hotel.
LA DINASTIA STUCKY
Tre generazioni di mugnai di origine svizzera e le loro vicende a Venezia.
Il primo arrivato, Hans, si trovò coinvolto nella Rivoluzione del 1848-49; Giovanni costruì il molino della Giudecca, divenendo a fine Ottocento l’uomo più ricco della città, e fu assassinato nel maggio 1910 da un pazzo. Suo figlio Giancarlo finì rovinato a causa della crisi economico-finanziaria degli anni Trenta, della politica economica del fascismo e dell’ostilità di alcune personalità del regime.
La storia di una dinastia e di cent’anni di vita veneziana.
Lo storico edificio è diventato ora un albergo.
LES STUCKY DE VENISE
Suisses immigrés puis résidents à Venise, les Stucky (1841-1941) bâtirent en quelques décénnies la plus grosse fortune de la ville en produisant et en exportant des farines et de la pasta. Ce livre raconte l’histoire de leur succès et de leur chute à travers cent ans d’histoire de l’Italie et de l’Europe.