Ceramica antica a Venezia. Produzioni e importazioni dall’XI al XVII secolo
Un itinerario attraverso le ceramiche conservate nei musei o nei depositi, provenienti da ritrovamenti a Venezia e in Laguna: reperti recuperati dall’acqua e dal fango, che offrono una panoramica della vita quotidiana e dei commerci della città del Leone, dalle origini a tutto il Seicento: anfore, vasellame d’importazione dall’area bizantina o islamica, ma anche dalle nostre regioni centro-meridionali, oltre alle copiose produzioni locali dal Medioevo all’epoca postrinascimentale, comprese le raffinate opere di grandi ceramisti, come Mastro Domenico. Un libro che si propone come un manuale per gli archeologi e per quanti studiano la materia, ma indirizzato anche agli appassionati e ai lettori semplicemente curiosi di sapere di più su oggetti spesso di aspetto familiare.
Altre informazioni →Women fighters – From the project: Invisible Body Disabilities
Women Fighters nasce dal progetto “Invisible Body Disabilities” della fotografa Chiara De Marchi, affetta da rettocolite ulcerosa, ed è dedicato a tutte le donne che ogni giorno lottano per superare barriere di ogni tipo, causate da disabilità spesso non visibili a occhio nudo. La pubblicazione vuole contribuire ad aiutare le donne, ma in generale ogni essere umano, ad accettare un corpo spesso fuori controllo, a non vergognarsi, abbattendo le barriere del pregiudizio, dell’incomprensione e della superficialità attraverso l’arte della fotografia. Invisible Body Disabilities coinvolge milioni di persone nel mondo che attraverso le pagine di questo libro potranno guardarsi con occhi diversi.
Altre informazioni →UNO SCRIGNO DI PIETRA DIPINTO
Ripiegarsi sulla storia e sul recupero di un edificio di pregio, sia monumentale sia artistico, come villa Barbarich ha voluto dire riscoprire una storia secolare di cui si conoscevano molti estremi ma di cui sfuggiva il quadro generale di riferimento in mancanza, soprattutto, di un corretto restauro conservativo. I dati emersi da quest’ultimo e il parallelo approfondimento delle fonti hanno portato a mettere in giusta luce un’importante avventura non solo architettonica ma soprattutto decorativa consumata all’interno delle sue mura antichissime, dal momento che il suo nucleo centrale risulta documentato intorno alla metà del XIV secolo, lasciato per testamento ai nobili Marcheselli da Rimini.
È così emerso quello che è stato metaforicamente chiamato “scrigno di pietra” a significare la consistenza architettonica del monumento, sottolineando la sua funzione di prezioso contenitore. L’aggettivo “dipinto” fa riferimento all’ampio ciclo pittorico che alla fine del Cinquecento un cantiere complesso e articolato ha disteso sulle pareti del piano nobile.
Inoltre, nel suo insieme “scrigno di pietra dipinto”, disvela il vero genio del monumento.
Il termine “scrigno” difatti rimanda alla presenza di un committente talmente caratterizzato dalla sua perizia e testimoniato fino a noi da molteplici fonti documentarie col solo aggettivo della sua arte: Orefice, non solo, seguito da un toponimo, talmente ripetuto e sotteso a quest’ultima, da essere considerato quasi un predicato: Al Lionfante: l’elefante che trionfava sull’insegna della sua “officina” a Rialto.
La presenza di questa enigmatica figura alla fine del XVI secolo, nell’oikos della villa, se da una parte giustifica economicamente e culturalmente il dispiegarsi dei suoi affreschi, dall’altra rimanda a orizzonti molto più ampi e che vanno ulteriormente approfonditi.
Infatti, emergono rapporti economici con la corte dei Gonzaga ma anche con i suoi numerosi artisti che, in più modi, sono legati con fili rossi alla dimora di Zelarino.
In successione storica, Giulio Romano, Giovan Battista Bertani, Giorgio Ghisi, Battista Zelotti, tutti nomi che ritroviamo legati alle storie distese sulle pareti della villa. Non solo, questi nomi hanno un rapporto diretto anche con il mondo dei gioiellieri, dei disegnatori di gioielli e degli incisori provenienti dal mondo fiammingo, come i Sadeler, i Wierix, Philip Galle, anch’essi presenti in relazione con gli affreschi della residenza suburbana che fu prima dei nobili Malipiero.
Il disvelamento della storia costruttiva, dei suoi materiali e delle sue tecniche, dei committenti e dei loro ambiti economici e culturali, hanno permesso di ricollocare l’episodio storico nel panorama più ampio della storia veneta venendo così a costituire il secondo titolo di quella che si prospetta come il costituirsi di una collectanea di cui la pubblicazione su villa Marcheselli- Malipiero-Barbarich, dopo quello di palazzo Marcello-Pindemonte-Papadopoli-Friedemberg di Venezia, Sotto il Segno dell’Onda Dorata e del Sole Splendente, costituisce il secondo volume.
I MOSAICI DI AUGUSTO SEZANNE PER LA CAPPELLA STUCKY A VENEZIA
Il restauro della cappella funeraria della famiglia Stucky, nel cimitero veneziano dell’isola di San Michele, è stato eseguito negli anni 2015-2016 dall’architetto Emanuele Armani e dal maestro mosaicista Giovanni Cucco, che per quasi trent’anni è stato il direttore dei restauri della Basilica di San Marco a Venezia.
La pubblicazione analizza le peculiarità sia del restauro esterno che interno, valorizzando aspetti artistici di grande valore come la processione di una settantina di angeli alati che accompagnano mestamente il defunto con un lento procedere; alcuni guardano al cielo con intensa spiritualità, altri abbassano con tristezza e melanconia lo sguardo verso la cripta dove sono custodite le salme. Si respira calma e serenità. L’angelo principale con le grandi ali di pavone, simbolo di resurrezione e vita eterna, sembra dire: “Ti porto con me, non sei morto”.
Il progetto della decorazione interna è stato disegnato, eseguito e completato, dal 1903 al 1905, dal pittore e architetto Augusto Sezanne (1856-1935), che seguì le precise indicazioni del committente Giovanni Stucky (1843-1910), un industriale svizzero che, proprietario dell’omonimo molino situato sull’isola della Giudecca, a fine Ottocento divenne, grazie all’intuito imprenditoriale e agli importanti investimenti nell’innovazione tecnologica, l’uomo più ricco di Venezia.
Stucky, uomo molto generoso e amato in città aveva una visione gioiosa della vita e della morte e non voleva una tomba lugubre. L’artista seguì questo suo desiderio.
Lavinia Cavalletti, discendente della famiglia Stucky, attraverso le pagine di questo libro racconta la storia della famiglia, l’architetto Emanuele Armani e il maestro Giovanni Cucco i lavori di restauro della cappella funeraria e Rosa Barovier Mentasti, storica dell’arte e del vetro, illustra la decorazione della cappella e ricorda la ripresa del mosaico veneziano alla fine dell’Ottocento e il successo mondiale che riscosse.
DALLA CONSERVAZIONE DEL VALORE ALLA CREAZIONE DI VALORI
L’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Feltrini nasce il 4 dicembre 1986 a Feltre, città dalla forte e riconosciuta vocazione umanistica, dove arte, storia e cultura si fondono in un unico, splendido scenario architettonico: il suo centro storico, uno dei più belli ed ammirati di tutto il Veneto, il fiore all’occhiello della città, un vero e proprio museo en plein air. Si deve alla determinazione e alla competenza della prof.ssa Anna Paola Zugni-Tauro, illustre storica dell’arte, docente e Decano della sede feltrina della IULM (Libera Università; di Lingue e Comunicazione Milano-Feltre), allora anche Conservatrice dei Musei Civici della sua città, l’istituzione di que- sta associazione culturale, cui spetta il merito dell’apertura e la sorveglianza dei musei, da troppo tempo abbandonati e dimenticati. L’attività principale dell’Associazione è quella di “proporre e adottare ogni iniziativa atta a favorire la conoscenza e la valorizzazione dei Musei e dei monumenti feltrini”, nonché quella di promuovere, sensibilizzare ed educare al patrimonio artistico-culturale locale.
WOMEN FIGHTERS FROM THE PROJECTS: INVISIBLE BODY DISABILITIES
Women Fighters nasce dal progetto “Invisible Body Disabilities” della fotografa Chiara De Marchi, affetta da rettocolite ulcerosa, ed è dedicato a tutte le donne che ogni giorno lottano per superare barriere di ogni tipo, causate da disabilità spesso non visibili a occhio nudo.
La pubblicazione vuole contribuire ad aiutare le donne, ma in generale ogni essere umano, ad accettare un corpo spesso fuori controllo, a non vergo- gnarsi, abbattendo le barriere del pregiudizio, dell’incomprensione e della superficialità attraverso l’arte della fotografia.
“Invisible Body Disabilities” coinvolge milioni di persone nel mondo, che attraverso le pagine di questo libro potranno guardarsi con occhi diversi.
Women Fighters originates from the Invisible Body Disabilities project by Chiara De Marchi, a photographer suffering from ulcerative colitis. This book is dedicated to all the women who fight every day to overcome any kind of barriers caused by disabilities not visible to the naked eye.
This book wants to help both women and every human beings to accept their out-of-control body, to be proud of it by tackling the barriers of prejudice, incomprehension and superficiality thanks to the art photography.
Invisible Body Disabilities involves millions of people worldwide who, through the pages of this book, can look at themselves differently.
L’INSIGNE COLLEGIATA DI SAN MARTINO
Questo libro raccoglie i frutti di una complessa ricerca archivistica e bibliografica che narra le vicende dei canonici dell’insigne collegiata di S. Martino di Piove di Sacco dal IX al XIX secolo, nel loro contesto storico. Un lungo percorso che comincia con una breve introduzione sull’origine della Saccisica dai tempi di Cleonimo (III-IV secolo a.C.) per poi continuare con la nascita della collegiata e la sua vita tormen- tata durante la quale si incontrano personaggi e eventi che iniziano con re Berengario I, e che si snodano attraverso le vicende talvolta drammatiche degli Ezzelini, dei Carraresi, dei vescovi di Padova, conti della Saccisica, che ebbero financo due vescovi scismatici quali Milone e Pietro durante la lotta per le investiture ecclesiastiche, la conquista veneziana (1405), la caduta della Serenissima (1797), l’oc- cupazione napoleonica e poi quella austriaca fino all’unità d’Italia, per concludersi in età contemporanea. Un vero mosaico di personaggi come il vescovo Stefano, figlio naturale di Novello da Carrara, l’umanista e cardinale Pietro Bembo, il canonista Francesco Zabarella, Sant’ Antonio da Padova, il ferace Ezzelino da Romano, Francesco da Carrara, strozzato con la famiglia nelle carceri veneziane, il pittore Guariento, lo storico Caterino Davila, il poliedrico Girolamo Cardano astrologo, medico e matematico, con santi, dannati e molto altro ancora. Una narrazione attenta, severamente documentata, arricchita da immagini, pergamene, documenti, numerose note, appendici e un glossario, il tutto in uno stile scorrevole e avvincente per accompagnare passo dopo passo anche il lettore meno esperto di saggistica storica..
SOTTO IL SEGNO DELL’ONDA DORATA E DEL SOLE SPLENDENTE
A cura di Francesco Amendolagine e Stefano Noale
Ogni interno di un palazzo veneziano rivela, con le sue architetture ma soprattutto con i suoi apparati decorativi, le infinite res gesta che si sono compiute al suo interno durante i secoli.
Le decorazioni veneziane, meglio delle architetture, hanno segnato non solo i passaggi di proprietà ma anche, giorno per giorno, i tormenti e le glorie di ogni famiglia, di ogni personaggio più o meno famoso che ha trovato rifugio dietro le imponenti facciate.
Palazzo Marcello ha uno splendido prospetto “da mar”, degno di un Doge e all’interno rivela con la presenza di affreschi, stucchi, marmorini e terrazzi alla veneziana, disposti su un ventaglio di sette secoli di storia, il susseguirsi di quattro grandi famiglie: Marcello, Pindemonte, Papadopoli e Friedenberg. La ricerca storica e il restauro hanno permesso di disvelare questo patrimonio e di riportarlo alla bellezza dei suoi diversi periodi di splendore.
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