LA RELAZIONE DI CURA MEDICO-PAZIENTE Cosa c’è ancora da sapere
Un testo per medici, psicologi, ma anche per pazienti e per tutti coloro che chiedono di star bene, potendo incontrare e integrare consapevolezza e sentimento. L’attuale crisi dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente, minacciata da burocrazia e nuovi mezzi di comunicazione e informazione, è riletta nelle articolazioni della complessità della relazione di cura medico-paziente secondo una prospettiva antropologica, etico-filosofica, vecchi e nuovi significati dei fondamenti di responsabilità e fiducia, secondo un punto di vista empirico cioè quello del medico, di colui che il mestiere lo pratica, secondo ciò che affermano i pazienti nella letteratura scientifica e secondo gli sviluppi della legislazione in merito al consenso informato.
Ciò che ancora c’è da sapere è che l’alleanza terapeutica migliora non quando si mette al centro il paziente, e nemmeno il medico, ma quando al centro si pone, si osserva e si modula la relazione di cura. La relazione di cura medico-paziente, infatti, non è solo l’incontro tra una coscienza e una fiducia, ma è anche l’incontro tra due storie di cura. Vengono descritte quindi le basi neurofisiologiche della relazione di cura, che, con riferimento ai neuroni mirror e al sistema di difesa polivagale, rendono conto della maggiore o minore capacità del medico di riconoscere empaticamente, secondo una specifica rinnovabile pratica di semeiotica clinica, i veri bisogni di cura e sicurezza del paziente, i propri schemi di accudimento inscritti nella propria storia di attaccamento, di modulare tali schemi in funzione di quelli del paziente, le strategie caratteriologiche possedute da entrambi che consentono di prevedere schemi comportamentali e comunicativi nell’ambito della relazione di cura, il potere trasformativo del linguaggio usato dal medico quando è insignito dal paziente di una responsabilità terapeutica, la dignità dell’autorevolezza del medico che medico e paziente insieme hanno dimenticato.
Il testo offre inoltre la descrizione di casi di relazione di cura nel setting psico-oncologico istituzionale e privato, del medico di medicina generale, in quello emergenziale di un pronto soccorso e in quello psicoanalitico.
Viene data illustrazione della relazione di cura nella produzione culturale, nell’ambito dei social media, della medicina narrativa, dell’arte e della letteratura, a indicare che attraverso la cultura possiamo sviluppare i sentimenti necessari per distinguere il bene e il male, ciò che ci cura e ciò che ci danneggia.
INCOSCIO, AZIONE ED ETICA
L’inconscio non va letto in equivalenza con il caos, ma possiede una sua legalità interna: Freud e Jung sembrano accogliere l’immagine dell’inconscio come privo di ogni logica, eppure si muovono, in seguito, nella direzione opposta, ritenendo che del sogno vi sia interpre- tazione. L’inconscio è, quindi, significativo in quanto comunica qualcosa all’essere umano; anche se ora l’uomo non è più trasparente a se stesso, a questa “opacità” corrisponde la stessa condizione di possibilità dell’etica.
foto@social RISCHI REALI IN UN MONDO VIRTUALE
Situazioni imbarazzanti e casi particolarmente gravi spesso partono da una scarsa conoscenza delle regole basilari che riguardano la condivisione delle immagini e dei suoi contenuti nel web.
Momenti a volte particolarmente delicati, gravi e complessi che, a nostro avviso, possono essere affrontati solo con un Team di profes- sionisti, ciascuno con le proprie competenze.
Foto@Social, un gruppo di lavoro, aperto a tutti per affrontare i Rischi Reali in un Mondo Virtuale. Fotografi, Avvocati, Psicologi e Autorità di Pubblica Sicurezza insieme per un progetto comune.
Non si tratta di un romanzo, ma di una piacevole lettura per comprendere, sotto vari aspetti, rischi e responsabilità nel momento in cui ci affacciamo sulla “piazza virtuale” del web.
In questo libro troverete:
• Le regole fondamentali di condivisione: risposte chiare e dirette
• Domande degli utenti e sentenze dei giudici
• Intervento della Polizia di Stato: un’intervista esclusiva
• Gli aspetti psicologici, le dipendenze e i possibili rischi connessi a internet
PERFUME AND LITERATURE The Persistence of the Ephemeral
How can you describe a perfume? How can you put into words a presence that is fleeting but intense, embodied in an evanescent fragrance?
This volume analyses the relations between writing and olfactive sensations as eloquent signs of world cultures, of the diverse sensitivity with which we each interpret its nuances. As regards their style, content, and approach to the subject, the essays in this collection offer a kaleidoscopic overview of a ‘literary-olfactive’ universe that ranges from Antiquity, Renaissance culture, Symbolism, and the fin de siècle Decadent Movement up to post- modern world-shaking literary phenomena.
The aim of this collection is to enrich the extensive bibliography on the precious art of perfumery or the history of essences and perfumes, with studies expanded in an original way to the literary field. It does not limit itself to offering enlightened insights into works and authors – some of whom are very well known, whilst others deserve to be rediscovered in a new light. Above all it offers an innovative and idiosyncratic interpretation of what a study of perfume in literature actually means, with a selection of contributions that explore an intricate, diversified thematic itinerary with both curiosity and eclecticism.
UNO SCRIGNO DI PIETRA DIPINTO
Ripiegarsi sulla storia e sul recupero di un edificio di pregio, sia monumentale sia artistico, come villa Barbarich ha voluto dire riscoprire una storia secolare di cui si conoscevano molti estremi ma di cui sfuggiva il quadro generale di riferimento in mancanza, soprattutto, di un corretto restauro conservativo. I dati emersi da quest’ultimo e il parallelo approfondimento delle fonti hanno portato a mettere in giusta luce un’importante avventura non solo architettonica ma soprattutto decorativa consumata all’interno delle sue mura antichissime, dal momento che il suo nucleo centrale risulta documentato intorno alla metà del XIV secolo, lasciato per testamento ai nobili Marcheselli da Rimini.
È così emerso quello che è stato metaforicamente chiamato “scrigno di pietra” a significare la consistenza architettonica del monumento, sottolineando la sua funzione di prezioso contenitore. L’aggettivo “dipinto” fa riferimento all’ampio ciclo pittorico che alla fine del Cinquecento un cantiere complesso e articolato ha disteso sulle pareti del piano nobile.
Inoltre, nel suo insieme “scrigno di pietra dipinto”, disvela il vero genio del monumento.
Il termine “scrigno” difatti rimanda alla presenza di un committente talmente caratterizzato dalla sua perizia e testimoniato fino a noi da molteplici fonti documentarie col solo aggettivo della sua arte: Orefice, non solo, seguito da un toponimo, talmente ripetuto e sotteso a quest’ultima, da essere considerato quasi un predicato: Al Lionfante: l’elefante che trionfava sull’insegna della sua “officina” a Rialto.
La presenza di questa enigmatica figura alla fine del XVI secolo, nell’oikos della villa, se da una parte giustifica economicamente e culturalmente il dispiegarsi dei suoi affreschi, dall’altra rimanda a orizzonti molto più ampi e che vanno ulteriormente approfonditi.
Infatti, emergono rapporti economici con la corte dei Gonzaga ma anche con i suoi numerosi artisti che, in più modi, sono legati con fili rossi alla dimora di Zelarino.
In successione storica, Giulio Romano, Giovan Battista Bertani, Giorgio Ghisi, Battista Zelotti, tutti nomi che ritroviamo legati alle storie distese sulle pareti della villa. Non solo, questi nomi hanno un rapporto diretto anche con il mondo dei gioiellieri, dei disegnatori di gioielli e degli incisori provenienti dal mondo fiammingo, come i Sadeler, i Wierix, Philip Galle, anch’essi presenti in relazione con gli affreschi della residenza suburbana che fu prima dei nobili Malipiero.
Il disvelamento della storia costruttiva, dei suoi materiali e delle sue tecniche, dei committenti e dei loro ambiti economici e culturali, hanno permesso di ricollocare l’episodio storico nel panorama più ampio della storia veneta venendo così a costituire il secondo titolo di quella che si prospetta come il costituirsi di una collectanea di cui la pubblicazione su villa Marcheselli- Malipiero-Barbarich, dopo quello di palazzo Marcello-Pindemonte-Papadopoli-Friedemberg di Venezia, Sotto il Segno dell’Onda Dorata e del Sole Splendente, costituisce il secondo volume.
I MOSAICI DI AUGUSTO SEZANNE PER LA CAPPELLA STUCKY A VENEZIA
Il restauro della cappella funeraria della famiglia Stucky, nel cimitero veneziano dell’isola di San Michele, è stato eseguito negli anni 2015-2016 dall’architetto Emanuele Armani e dal maestro mosaicista Giovanni Cucco, che per quasi trent’anni è stato il direttore dei restauri della Basilica di San Marco a Venezia.
La pubblicazione analizza le peculiarità sia del restauro esterno che interno, valorizzando aspetti artistici di grande valore come la processione di una settantina di angeli alati che accompagnano mestamente il defunto con un lento procedere; alcuni guardano al cielo con intensa spiritualità, altri abbassano con tristezza e melanconia lo sguardo verso la cripta dove sono custodite le salme. Si respira calma e serenità. L’angelo principale con le grandi ali di pavone, simbolo di resurrezione e vita eterna, sembra dire: “Ti porto con me, non sei morto”.
Il progetto della decorazione interna è stato disegnato, eseguito e completato, dal 1903 al 1905, dal pittore e architetto Augusto Sezanne (1856-1935), che seguì le precise indicazioni del committente Giovanni Stucky (1843-1910), un industriale svizzero che, proprietario dell’omonimo molino situato sull’isola della Giudecca, a fine Ottocento divenne, grazie all’intuito imprenditoriale e agli importanti investimenti nell’innovazione tecnologica, l’uomo più ricco di Venezia.
Stucky, uomo molto generoso e amato in città aveva una visione gioiosa della vita e della morte e non voleva una tomba lugubre. L’artista seguì questo suo desiderio.
Lavinia Cavalletti, discendente della famiglia Stucky, attraverso le pagine di questo libro racconta la storia della famiglia, l’architetto Emanuele Armani e il maestro Giovanni Cucco i lavori di restauro della cappella funeraria e Rosa Barovier Mentasti, storica dell’arte e del vetro, illustra la decorazione della cappella e ricorda la ripresa del mosaico veneziano alla fine dell’Ottocento e il successo mondiale che riscosse.
SOBRE EL USO DE LAS PERÌ FRASIS VERBALES EN ESPAÑOL Y SU TRADUCCIÒN AL ITALIANO
Gracias a las perífrasis verbales, el español logra alcanzar una variedad de matices y una riqueza de expresión que no se dan en otras lenguas como el italiano que, pese a ser considerada afín, presenta una menor capacidad expresiva por medio de estas estructuras. En el ámbito de las perífrasis, por consiguiente, se pierde cualquier forma de afinidad y se crea una descompensación a la hora de traducir del español al italiano. Con este estudio se pretende, pues, partiendo del análisis de las estructuras españolas y de sus valores, presentar las posibilidades de traducción que ofrece el italiano, convencidos de que una lectura de las perífrasis en clave traductiva ayudará a comprender plenamente los matices que estas comunican.
DALLA CONSERVAZIONE DEL VALORE ALLA CREAZIONE DI VALORI
L’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Feltrini nasce il 4 dicembre 1986 a Feltre, città dalla forte e riconosciuta vocazione umanistica, dove arte, storia e cultura si fondono in un unico, splendido scenario architettonico: il suo centro storico, uno dei più belli ed ammirati di tutto il Veneto, il fiore all’occhiello della città, un vero e proprio museo en plein air. Si deve alla determinazione e alla competenza della prof.ssa Anna Paola Zugni-Tauro, illustre storica dell’arte, docente e Decano della sede feltrina della IULM (Libera Università; di Lingue e Comunicazione Milano-Feltre), allora anche Conservatrice dei Musei Civici della sua città, l’istituzione di que- sta associazione culturale, cui spetta il merito dell’apertura e la sorveglianza dei musei, da troppo tempo abbandonati e dimenticati. L’attività principale dell’Associazione è quella di “proporre e adottare ogni iniziativa atta a favorire la conoscenza e la valorizzazione dei Musei e dei monumenti feltrini”, nonché quella di promuovere, sensibilizzare ed educare al patrimonio artistico-culturale locale.
WOMEN FIGHTERS FROM THE PROJECTS: INVISIBLE BODY DISABILITIES
Women Fighters nasce dal progetto “Invisible Body Disabilities” della fotografa Chiara De Marchi, affetta da rettocolite ulcerosa, ed è dedicato a tutte le donne che ogni giorno lottano per superare barriere di ogni tipo, causate da disabilità spesso non visibili a occhio nudo.
La pubblicazione vuole contribuire ad aiutare le donne, ma in generale ogni essere umano, ad accettare un corpo spesso fuori controllo, a non vergo- gnarsi, abbattendo le barriere del pregiudizio, dell’incomprensione e della superficialità attraverso l’arte della fotografia.
“Invisible Body Disabilities” coinvolge milioni di persone nel mondo, che attraverso le pagine di questo libro potranno guardarsi con occhi diversi.
Women Fighters originates from the Invisible Body Disabilities project by Chiara De Marchi, a photographer suffering from ulcerative colitis. This book is dedicated to all the women who fight every day to overcome any kind of barriers caused by disabilities not visible to the naked eye.
This book wants to help both women and every human beings to accept their out-of-control body, to be proud of it by tackling the barriers of prejudice, incomprehension and superficiality thanks to the art photography.
Invisible Body Disabilities involves millions of people worldwide who, through the pages of this book, can look at themselves differently.
DIPLOMAZIA E SVILUPPO
Basato su documentazione inedita reperita presso numerosi Archivi (Food and Agriculture Organization of the United Nations Archives; International Monetary Fund Archives; Lyndon Baines Johnson Library; National Agricultural Library; National Archives and Records Administration; National Security Archive) e su un’ampia bibliografia, il volume esamina le relazioni tra gli Stati Uniti e l’India dal 1947 al 1970, con particolare attenzione al programma di assistenza economica statunitense di cui Delhi beneficiò durante i primi decenni del secondo dopoguerra. Tra gli aspetti più innovativi del presente contributo figura l’individuazione, attraverso l’attenta analisi delle scelte strategiche delle presidenze Kennedy, Johnson e Nixon, di una sostanziale continuità della politica economica americana verso l’India durante gli anni Sessanta e nei primi anni Settanta.
VENEZIA NEUTRALE la fatale illusione
Ha ancora senso occuparsi della repubblica di Venezia? Sì, perché se «l’uso pratico della storia consiste nel proiettare il film del passato sullo schermo del futuro» meglio, allora, rivolgersi a una pellicola piena di spunti di riflessione. La repubblica Serenissima ne offre in proporzione alla sua durata: parliamo dello Stato rimasto indipendente più a lungo di qualunque altro.
In un momento in cui tanto si parla di decadenza dell’Occidente, poi, guardare agli ultimi cinquant’anni di Venezia appare di grande attua- lità. In particolare, l’Europa è condannata a condividere la stessa sorte della Serenissima oppure può evitarla? Cosa insegna la morente repubblica marciana in relazione ai problemi di oggi?
Il libro nasce da due convinzioni: l’utilità della lezione del passato, di quello veneziano soprattutto, per cercare di evitare di ripeterne gli errori; l’assoluta responsabilità del presente rispetto agli sviluppi futuri. A patto, è ovvio, di sapere bene ciò che è già successo.
UN’IMPRENDITRICE IN CUCINA
Questo libro unisce ricette quotidiane e cibo semplice e sano all’utilizzo dell’abbattitore rapido di temperatura: l’ultima innovazione tecnologica che sta rivoluzionando, in meglio, il nostro modo di organizzare e vivere la cucina.
Idee per preparare ottimi piatti, partendo da ingredienti freschi, senza rinunciare al lavoro, tempo libero e impegni quotidiani.