Quei giorni in Provenza
È un road movie della memoria; un viaggio di padre, madre e figlio verso la Provenza nell’estate 2013, un percorso dei ricordi in cui i luoghi, gli episodi, i dettagli non sono semplicemente cose vissute, ma cose che restano, attimi condensati, piccole aguzze pietre miliari nella vita di una coppia e di una fami-glia, che sussistono solo se si è uniti dall’amore. La mèta è un luminoso Mezzogiorno di Francia dove fan-no capolino Cézanne, Petrarca, Picasso e Van Gogh. Esploriamo piccoli musei, ci sediamo in accoglienti bistrot, ci attardiamo in leggiadre boutique. Parrebbe quasi una spensierata “vacanza estetica”, ma sotto ai sandali che calpestano l’arena di Arles scricchiolano granelli di sabbia fatale.
(dalla prefazione di Monaldi & Sorti)
Altre informazioni →La voce segreta del mare
Ligheia ha la passione della pittura e diventa presto un’artista affermata. A poco più di vent’anni, durante un viaggio ha un incontro speciale che le fa scoprire un aspetto sconosciuto di sé. Questa rivelazione la sconvolge e, tornata a casa, si confida con la madre. Sirio, che aveva sempre tenuto la figlia all’oscuro, si vede costretta a raccontarle tutta la verità. L’ulteriore scoperta dell’esistenza di Scilla – una cugina che non sapeva di avere, ricoverata in un ospedale in Germania – rende ancora più acuta la profonda crisi d’identità di Ligheia. Dentro di lei si scontrano due nature irriducibili e opposte. Nel momento in cui sta scegliendo quella che le infonde una gioia assoluta, la depressione della madre lo impedisce, obbligandola a rimanerle accanto. Dopo anni di amorevole accudimento, durante i quali Ligheia quasi si annulla, finalmente a Milano incontra Stanislao, l’amore della sua vita. Da questa unione nascerà Nina. Un giorno, facendo ordine in casa, in un cassetto scopre un indizio che la porta fino a Ginostra, sull’isola di Stromboli. Nell’arco di una notte trascorsa in mare affronterà varie prove che la porteranno a trovare la risposta a tutti i dubbi.
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