A cura di Mita Cipriani Franco (2019)
Odori e fragranze hanno rappresentato una costante nella storia delle civiltà di tutto il mondo e in tutte le categorie sociali. Non si tratta solo del profumo come sostanza alcolica, ma in realtà tutto ciò che stimola l’olfatto offre emozioni che riflettono le sfaccettature e le complessità della vita e delle relazioni sociali.
Un itinerario olfattivo è protagonista di due progetti colti: il libro “Perfume and literature. The Persistence of the Ephemeral”, a cura di Daniela Ciani Forza e Simone Francescato, Università Ca’ Foscari di Venezia, edito dalla casa editrice LINEA edizioni e il Percorso del Profumo al Palazzo Mocenigo di Venezia ideato e realizzato dall’antica famiglia veneziana Vidal.
Per iniziativa di rappresentanti del mondo accademico veneziano nasce il libro, in lingua inglese edito da LINEA edizioni (illustrato, 428 pagine, 25 euro, uscita giugno 2017), “Perfume and Literature, the Persistence of the Ephemeral”. Si tratta di una raccolta di 24 saggi che, spaziando in un ricco universo letterario, analizza i rapporti fra scrittura e profumi. Un viaggio che accompagna il lettore alla scoperta di odori, aromi ed essenze così come vengono appresi e vissuti in paesi e presso popoli diversi. I contributi che compongono la raccolta, ci portano a viaggiare e a immergerci in letterature che dal Giappone portano alle vie carovaniere che da Oriente a Occidente permettevano a profumi e spezie di giungere in ogni parte del mondo; dall’antichità, al rinascimento per condurre il lettore al decadentismo fin de siècle e ai movimenti letterari postmoderni.
Tema conduttore: l’interesse di molti scrittori e letterati, appartenenti a diverse culture, per la “sinestesia” fra racconto e sensazione olfattiva. L’olfatto, infatti, permette di superare le barriere spazio-temporali e rivivere momenti particolari del nostro vissuto.
“Se le ricerche sull’olfatto sono recenti, nella letteratura è sempre stato presente come evocazione spirituale, sensuale, come memoria e ricordo – spiega la prof.ssa Daniela Ciani Forza raccontando l’origine del volume – Così, per esempio nel romanzo The Cat’s Table (L’ora prima dell’alba) di Michael Ondaatje, scrittore singalese, ora residente a Toronto, è l’odore di canapa bruciata che richiama al ragazzino undicenne, migrante dalla natia Colombo, in Sri Lanka, fino a Londra, un odore familiare, che gli ricorda la sua casa e gli ridona così il senso di appartenenza a un contesto che, seppur lontano, rimarrà punto di riferimento. E interessanti e curiose sono le diverse sfumature culturali con cui il profumo viene interpretato. Per la cultura giapponese, scrive Giorgo Amitrano nella sua analisi del classico La storia di Genji, il richiamo al profumo non nasce da pura sensibilità estetica, ma da quella capacità di concentrazione che la pratica olfattiva implica, mentre nella cultura sinica, a partire dalla tradizione confuciana, e tuttora persistente, è fondamentale il rapporto che si instaura fra ‘fragranza’ ed ‘etica’. E non possiamo dimenticare come per Gabriele D’Annunzio il profumo evochi attenzione e curiosità quasi scientifica per i profumi, come si evince dall’epistolario inedito riportato nel libro dall’intervento di Pietro Gibellini. Sono questi solo degli esempi, fra i numerosi e suggestivi richiami che la letteratura fa al fascino del profumo.
Passato, presente e futuro si uniscono in un connubio peculiare dedicato a uno dei 5 sensi: l’olfatto. Nasce così il primo Percorso del Profumo allestito nello storico palazzo Mocenigo di Venezia e fortemente voluto da Mavive, azienda veneziana della famiglia Vidal, mecenate e partner principale dell’operazione. Il legame tra l’arte della profumeria e la Serenissima è profondo e affonda le sue radici nella storia.
“Il percorso è nato 4 anni fa – spiega Marco Vidal, mecenate e promotore del progetto – dalla nostra idea di proporre alla Fondazione Musei Civici di Venezia un museo che si potesse visitare con il proprio olfatto e che presentasse l’antica arte profumiera veneziana e poi italiana, che ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo della profumeria moderna”.
L’allestimento è articolato in 5 sale dedicate al profumo, perfettamente integrate nelle suggestioni espositive di tutto il museo: strumenti multimediali ed esperienze sensoriali si alternano in un inedito percorso di informazione, emozione, approfondimento. Un video illustra il ruolo di Venezia nella storia del profumo, una sala evoca il laboratorio di un profumiere cinquecentesco, le cosiddette “muschiere”. Sono esposti e si illustrano materie prime e procedimenti, mentre una mappa olfattiva descrive le “Vie delle Spezie” percorse dagli antichi veneziani.
Aggiunge Vidal che nelle sale si trova “una sezione storica che presenta collezioni e oggetti originali della profumeria veneziana, una sezione olfattiva che introduce il visitatore all’affascinante mondo delle essenze e un dipartimento didattico dove il percorso viene sublimato dalla presenza di un laboratorio del profumo e dove si possono creare essenze personalizzate. Inoltre, è presente un centro studi che custodisce testi cosmetici antichi e moderni. Esponiamo straordinari oggetti confluiti dai depositi degli 11 musei gestiti dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e parte della straordinaria Collezione della famiglia Storp che conta 3.500 flaconi per profumo dal 4000 a.C. a oggi”. Viene presentata, poi, una straordinaria collezione di flaconi e boccette porta-profumo della ditta tedesca Drom, databile dal medioevo ai giorni nostri, concessa per l’occasione in deposito a lungo termine al museo.
Quello cosmetico italiano oggigiorno è ancora un settore produttivo di eccellenza: uno dei più importanti del mondo e che ogni anno fa registrare un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro e coinvolge più di 200.000 addetti.