La consapevolezza dei diritti in carcere.
È, probabilmente, senza precedenti quanto l’Osservatorio Internazionale sulla Legalità di Trieste (OIsL) intende promuovere con questa singolare pubblicazione, il cui fine è quello di tentare di riportare l’attenzione delle istituzioni, della politica e dell’opinione pubblica, verso il significato che la pena detentiva debba avere nel nostro paese a mente delle finalità costituzionali previste dal nostro ordinamento giuridico, le quali sono un must per tutti i cittadini, nessuno escluso, a prescindere dallo status di ognuno, ancor di più, ove fosse investito di funzioni pubbliche. Le stesse, infatti, devono rappresentare un obiettivo di comunità, per quanto sempre in progress, nonché un monito per la loro natura non negoziabile. In particolare, questo lavoro si interroga, ponendosi la domanda se l’espiazione di una condanna detentiva o l’applicazione di una misura di custodia cautelare in carcere abbiano anche la funzione sociale di sensibilizzare la persona detenuta sul tema dei diritti umani, civili, politici e, per converso, se questo faccia “naturalmente” insorgere in capo al ristretto il dovere di essere a sua volta destinatario di un obbligo di responsabilità sociale e individuale che possa consentirgli di recuperare un senso di comunità di cui lui è, ma anche rimane, parte, consentendogli così di non sentirsene escluso.
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