“Sono nata guerriera, ma non sapevo a quale esercito appartenessi. Poi, il 3 settembre del 2007, mi sono risvegliata dall’anestesia e ho preso atto, nella maniera più brutale, che la felicità è qui e ora. Aspettiamo, aspettiamo con ansia che qualcosa accada e poi comprendiamo che il meglio è già passato e non ce ne siamo accorti. Ma io non posso permettermi che vada così, perché ho una probabile scadenza e devo far girare le cose. Non ho pau- ra per me: so che sto dando il massimo per affrontare questa battaglia che non ho chiesto di combattere. Vivrò al meglio quel che resta del giorno. Dopo sarà quel che sarà. Guardo avanti e guardo indietro e visto che si sono presi poca cura di me nella mia infanzia, ho deciso di prendermi cura di una zia malata nel corpo e nella mente, anche se non so bene cosa fare per lei. Ma ho deciso di rompere il muro che certo non ha migliorato le vite di nessuno. I trampoli cadranno con un soffio e forse qualcuno dirà: ma era solo questo? Sì era solo questo: eppure quanto abbiamo lottato per riuscire a tirare fuori quel soffio. Intendo raccontare la sua storia e la mia”.
Patrizia Busacca (Roma, 1960-2019). Giornalista, ha lavorato nelle redazioni delle principali testate televisive italiane, occupandosi principal- mente di sport e spettacolo. Successivamente ha abbracciato nuovi interessi come l’architettura per interni, l’antiquariato e l’arredamento. Ha sempre affiancato al piacere intellettuale quello della manualità, realizzando per familiari ed amici amorevoli creazioni con i tessuti e sorprendenti bouquet di fiori in perle di vetro.