
In un mondo digitalizzato dove i contatti “social” sono più frequenti di quelli reali, dove la macchina ha sostituito l’uomo, dove la moda dell’apparire ci ha resi tutti ugualmente capaci di trasformarci in quel che vogliamo, e dove i nostri grovigli interiori vengono analizzati, sviscerati, spiegati e placati da qualche goccia di ansiolitico, può esistere un “ponte virtuale” da poter attraversare, al momento del bisogno, per recuperare tutto quello che il mondo classico ci aveva insegnato? Mia, la scrittrice protagonista di questo romanzo sembra provarci quando accidentalmente incontra Alex, il vicedirettore marketing della libreria dove lei deve presentare il suo libro. I due, entrambi fantasiosi e decisamente divertenti nel loro modo di essere e di comunicare sono l’esempio tipico delle relazioni del nostro tempo dove Eros, esattamente come Socrate spiegava, non è altro che un aprirsi a una mancanza, è un andare verso un punto di perdita, un vuoto che cerchiamo ininterrottamente di colmare, a volte forzando l’incastro con la metà mela sbagliata. Con la complicità di libri che profumano di cioccolata, cappuccini che sostituiscono pranzi e i colori delle caramelle il Dio dell’Amore catapulta i due in una bisca da libreria dove le regole servono solo all’esclusione, dove ogni mossa decentra il sistema verso la fuga, verso la perdita del senso. “Amore è di tal natura da essere amore di qualcosa o di nulla?” questa è la domanda che Socrate pone ad Agatone nel Simposio. Per Mia Amore è...
Federica Nardon è nata e vive a Venezia. Dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari ha lavorato come assistente di volo. Attualmente è titolare di un Concept Store. Adora la moda non convenzionale di cui parla sul suo blog. A dicembre 2016 è uscito il suo primo romanzo Binario 6 pubblicato da Linea edizioni, sempre con la stessa casa editrice a maggio 2018 il suo secondo romanzo Lo scricchiolio del legno. Scrive quando la realtà che sta vivendo non le basta più o semplicemente quando ha bisogno di tuffarsi nel suo inconscio e nuotarci dentro per un po’.