Alvise e il Killer Chimico
di Paolo Balboni
Venezia, Campo Santa Margherita, il luogo di ritrovo degli studenti di Ca’ Foscari e della movida dei giovani. Una ragazza arriva da una calle urlando, coprendosi il volto, sfigurata dal vetriolo. Ed è solo il primo caso...
Alvise, uno studente alto, scuro, non proprio bellissimo, ma molto simpatico e soprattutto molto, molto curioso, insegue tracce, mezze parole, richiami, inviti larvati, e senza rendersene conto finisce per lasciarsi manipolare e per entrare in gruppi da cui sarebbe stato meglio, davvero molto meglio, star fuori.
Questo romanzo è un giallo tendente al noir, ma offre anche l’occasione per esplorare una Venezia ignorata dai circuiti turistici, che include al suo interno movimenti popolari e tensioni politiche pronte a esplodere e che, in parte, esplodono proprio a opera del ‘killer chimico’: così, si entra in questa città difficile e inusuale, usando gli occhi e le lunghe gambe dinoccolate di un ventenne che dovrebbe imparare a stare più attento a dove mette i piedi!
L’autore
Paolo Balboni scrive libri scientifici, ma per passione divora gialli – e con questo secondo volume della serie Alvise ci porta ad amare sempre di più il suo particolare investigatore, uno studente del primo anno di università – tipo di giovane che Balboni conosce bene, visto che insegna a Ca’ Foscari.
Cresciuto all’estero, a vent’anni Balboni ha scelto Venezia, e non si è ancora pentito, anche se milioni di turisti e migliaia di grandi navi non aiutano. Ma, dopo aver visitato, studiato, insegnato in città di ogni continente (si occupa di diffusione dell’italiano nel mondo), la sua convinzione è che Venezia sia rimasta l’unica città normale, fatta per gli uomini – e ha deciso di sposare la passione per i gialli e l’amore per la Venezia umana, non quella turistica, in questa serie di libri in cui vede le cose con gli occhi di un ventenne. Forse perché, pur avendone molti, troppi, di più, venti sono gli anni che si sente di avere…