DIFENDERE INSIEME IL PATRIMONIO CULTURALE DELL’EUROPA – La Convenzione di Faro

L’Italia è stato uno dei primi Stati ad aver firmato La Convenzione del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, conosciuta anche come Convenzione di Faro. Dal 2022 partecipano 22 Stati e questo è un dato europeo importante. Il saggio, curato di Luisella Pavan-Woolfe, già direttrice della sede italiana del Consiglio d’ Europa, si esprime sull’effetto progressista di questo trattato internazionale ma anche sui metodi predisposti per la sua reale attivazione, analizzando la situazione italiana. Azioni di attori partecipi in questo ambito e analisi accademiche fanno luce sull’ampio contesto dove le comunità patrimoniali, precisate dallo stesso testo giuridico, sviluppano la loro azione di salvaguardia, rinascita e comunicazione di tradizioni che molte volte vengono messe a rischio da politiche finanziarie e sociali come da fattori climatici, ambientali e demografici. Il libro è composto da contributi di rappresentanti istituzionali, della nazione e di altri Stati europei, di docenti universitari e della ricerca.

La Convenzione del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società evidenzia gli aspetti rilevanti dell’eredità culturale connessi ai diritti umani e alla democrazia. Promuove una cognizione più vasta del patrimonio culturale e del suo legame con le comunità e la società. La Convenzione ci sprona a considerare che le cose e i luoghi non sono, di per sé, l’unico aspetto immediato rilevante del patrimonio culturale. Essi sono fondamentali per le accezioni e gli usi che gli individui attribuiscono loro e per i principi che rappresentano. La Convenzione sul valore del patrimonio culturale per la società è una “convenzione quadro” che definisce le questioni attuali, gli obiettivi generali e gli ipotizzabili campi di azione dei Paesi per migliorarli. Ogni Nazione aderente può scegliere gli strumenti maggiormente adatti per mettere in pratica il Trattato in funzione dei suoi quadri normativi e istituzionali, dell consuetudini e delle esperienze specifiche. Rispetto ad altre convenzioni, la Convenzione quadro” non crea imposizioni specifiche di azione. Suggerisce anziché ordinare. La Convenzione è stata adottata dal comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 13 ottobre 2005, si sono aperte le adesioni dei Paesi membri a Faro in Portogallo il 27 ottobre ed è entrata in vigore il 1° giugno 2011.

Gianluca Granata

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