SATIRE (con testo serbo a fronte)
A cura di Marija Bradaš - Traduzione di Enrico Davanzo
«Ho fatto un sogno terribile.
Non mi stupisco tanto del sogno in sé, quanto del coraggio che ho avuto
nel sognare tali cose…»
Pubblicate tra il 1899 e il 1902, le satire di Radoje Domanović, qui selezionate e tradotte per la prima volta in italiano, rappresentano l’apice dell’attività letteraria dell’autore e fanno parte dei grandi classici del canone della letteratura serba. A ispirare questi satire furono gli ultimi anni del regime del re Aleksandar Obrenović (1889-1903), segnati da leggi repressive, soppressione della democrazia e dei diritti civili. In esse, l’autore prende di mira con ineguagliabile ironia non solo gli abusi del potere politico ma anche il servilismo e l’acquiescenza dei sudditi.
Traendo spunto dal ricco patrimonio delle tradizioni orali locali e riutilizzandolo in maniera sovversiva, la satira di Domanović si presenta come una vera e propria riscrittura dell’epica popolare serba, che risulta particolarmente efficace in un racconto dai toni umoristici come Kraljević Marko per la seconda volta tra i serbi. La demitizzazione della figura di Marko Kraljević, l’eroe per eccellenza dell’epica slavo meridionale, porta in primo piano le contraddizioni di un’epoca in cui la resistenza al regime autocratico si univa a un dilagante e tenace attaccamento ai valori patriarcali della società.
Cogliendo appieno l’essenza delle dinamiche e dei fenomeni socio-politici contemporanei, Domanović offre una critica amara e impietosa della società serba della fin-de-siécle, in forma di allegorie satiriche che trascendono l’epoca degli Obrenović e i confini della letteratura serba, per sorprendere il lettore con la loro straordinaria attualità.
Marija Bradaš insegna Lingua e letteratura serba e croata all’Università Ca’ Foscari Venezia. I suoi interessi di ricerca riguardano in particolare la traduzione letteraria, la ricezione della letteratura serba e croata nella cultura italiana, la poesia popolare serba e croata, le relazioni culturali italo-slave, nonché la questione della memoria nei testi autobiografici di autori quali Amir Alagić e Oto Horvat. Ha insegnato Filologia slava presso l’Università di Verona.
Enrico Davanzo si è laureato in lingua e letteratura serbo-croata e russa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. I suoi interessi di traduzione e ricerca, legati alle culture e alle letterature dello spazio ex-jugoslavo, vertono prevalentemente sulla produzione di autori contemporanei. Ha tradotto in italiano la raccolta di racconti gotici La Nuova Gerusalemme(1988) di Borislav Pekić.