MAFIA COME M La criminalità organizzata nel Nordet spiegata ai ragazzi
«Che cos’è la mafia?» è la domanda rivolta agli studenti delle scuole all’inizio di ogni incontro scolastico gestito dai componenti dell’associazione “Cosa Vostra”, nell’alveo di un preciso percorso educativo nel settore della legalità. Una domanda semplice, la cui risposta non è affatto scontata. Stefano (nome di fantasia) ha dodici anni e frequenta la scuola media. Con una cadenza veneta assai marcata esclama il nome di un Presidente del Consiglio. Tre giovanissime liceali affermano invece che la mafia è un’istituzione sociale e che, in quanto tale, è difficilmente eliminabile. Una deduzio- ne molto eloquente, che impone una riflessione di fondo: la nuova generazione che si prepara a entrare nel mondo degli adulti, divenendo attore nelle istituzioni pubbliche e private, ha già una visione distopica della società? Anna (altro nome di fantasia) anche lei dodicenne, sentenzia: «Secondo me, la mafia è lo Stato». Quella di Anna è una considerazione inquietante, che fa venire i brividi. Che insegnamento sta trasmettendo la classe dirigente italiana ai giovani? Sicuramente si sta veicolando un messaggio pedagogico distorsivo sui meccanismi di autoriproduzione del crimine organizzato. Difatti, anche se i mafiosi per mantenere il loro potere politico ed economico colludono o fanno affari con esponenti delle Istituzioni, come hanno dimostrato più volte le indagini condotte dall’Autorità Giudiziaria, Asia dimentica che è lei parte attiva di questo Stato. È lei stessa lo Stato. E lei può fare molto contro la mafia. Come tanti altri giovani come lei.
C’è un altro aspetto importante che emerge in tutti gli incontri effettuati, divenendo il comune denominatore tra quanto indicato al riguardo dagli studenti delle scuole del Nordest: la mafia è spesso considerata un problema che interessa esclusivamente il Sud d’Italia. Ed è proprio questa idea che il presente lavoro intende modificare, ripercorrendo la storia del Triveneto, sotto l’aspetto giudiziario e criminale, dal secondo dopoguerra circa a oggi. Ecco perché è un libro ideato per i ragazzi (ma non solo) e soprattutto fatto con la loro collaborazione. È un volume che testimonia incontri, redatto con la speranza di creare l’“ottimismo della volontà”, gettando il seme della conoscenza e dell’educazione alla Legalità.
Prefazione di Franco La Torre e Postfazione di Attilio Bolzoni